jeudi 20 septembre 2012

Il vangelo di Giovanni.

IL TESTAMENTO DIVERSO...IL VANGELO DI GIOVANNI «Giovanni, il discepolo del Signore, colui che riposò sul suo petto (Gv 13,3 ) ha pubblicato anche lui un Vangelo mentre dimorava ad Efeso in Asia» questo è quello che scrisse Ireneo vescovo di Lione, sul quarto vangelo, che circolava nelle comunità dei nazareni, attribuendolo cosi' definitivamente a Giovanni, ma io, ho proprio il sospetto che il vangelo lo avesse scritto proprio lui o che per lo meno lo avesse manomesso con l'intento di eliminare il più possibile il tanto odiato e temuto gnosticismo, sia per motivi teologici ma soprattutto politici, infatti, le forse più antiche teologie gnostiche sostenevano che Gesù non era venuto per fondare una Chiesa ma, piuttosto, per consegnare una dottrina che avrebbe chiarito definitivamente quello che era veramente indispensabile per raggiungere il Regno dei Cieli, e per questo poco si prestavano ad attuare il piano di Ireneo di dare alla casta sacerdotale un potere enorme su tutti i fedeli cristiani. La tradizione vuole che Ireneo basasse questa dichiarazione dalla testimonianza di Policarpo, il quale, come soltanto Ireneo dichiarava, era stato diretto discepolo di Giovanni apostolo. Anche il Canone muratoriano, documento risalente al 200 circa, sostiene che il quarto vangelo sarebbe opera di Giovanni, asserendo però, che solo una bozza fu scritta dall'apostolo ma che in seguito fu rivista dai suoi seguaci, per questo, anche se la tradizione cristiana attribuisce a Giovanni tutta l'opera, la maggior parte degli esegeti moderni, invece, preferisce parlare di una redazione, che si è protratta per più di un secolo, da parte di una "scuola giovannea" che più o meno faceva riferimento all'insegnamento dell'apostolo. Il Vangelo secondo Giovanni è scritto in greco ed è composto da 21 capitoli, senza dubbio è notevolmente diverso dagli altri tre vangeli, comunemente chiamati sinottici, coi quali, tranne per qualcosa, a poco in comune, l'unica similitudine più forte, ma solo perchè usano espressioni simili, pare che l'abbia soltanto col vangelo di Marco. La sua composizione è anche po vicina a quella dell'apocrifo Vangelo della verità. Il quarto vangelo, a differenza degli altri, approfondisce la questione dell'identità del Cristo, la sua particolarità sta nell'identificare Gesù con il Logos divino, preesistente alla formazione del mondo, concetto utilizzato anche nella filosofia greca già da alcuni secoli e stranamente inserito o non cambiato nel sacro vangelo, anche se bisogna comunque aggiungere che Giovanni, a differenza della filosofia neoplatonica, sottolinea l'umanità di Gesù. Secondo la maggior parte degli esegeti il testo del quarto vangelo consiste di due parti principali: La prima parte detta il "Vangelo dei segni" (1,19-12,50 ) contiene la storia del ministero pubblico di Gesù dalla sua iniziazione battesimale per opera di Giovanni Battista alla sua conclusione. Il racconto è scandito da sette segni miracolosi e si articola lungo sette eventi di festa. La seconda parte detta il "libro dell'ora di Gesù" o "libro della gloria" contiene, l'ultima cena (13-17 )che occupa quasi un terzo del Vangelo e dove Giovanni curiosamente sostituisce il racconto della lavanda dei piedi al tema dell'eucarestia, che invece è il punto centrale degli altri tre Vangeli canonici. Poi vi è il racconto della Passione di Gesù (18-19 ) e la resurrezione ( 20).Gli ultimi versetti del libro della gloria contengono una prima conclusione e cioè il riconoscimento umano di Gesù raccontato da Tommaso (cfr. 20, 28). Segue un ultimo racconto con l'apparizione di Gesù ai discepoli in Galilea e una seconda brevissima conclusione (c. 21 ). Secondo alcuni studiosi, la gestazione dell'opera sarebbe durata circa 60 anni e sarebbe avvenuta tra la fine del I secolo e l'inizio del II da discepoli del discepolo. Altri studiosi, invece, credono che la sacra scrittura sia più vicina ai fatti raccontati, sostenendo che l'analisi linguistica fa supporre l'esistenza di una prima versione aramaica, e che dunque è probabile che Giovanni abbia scritto un suo Vangelo pochi anni dopo la morte di Cristo, pur avendo subito aggiunte in seguito. Questo fatto ovviamente andrebbe a favore della credibilità storica, visto che il Vangelo risulterebbe scritto in un'epoca in cui i testimoni oculari delle vicende erano ancora vivi ed avrebbero potuto contraddire l'evangelista nel caso in cui egli non avesse riportato fedelmente i fatti storici avvenuti. E'comunque abbastanza sicuro che il Vangelo non è un'opera autonoma ma che faccia parte di un gruppo di scritti che subiscono un primo coordinamento organico in seguito. A quanto pare il testo viene aggiornato con il tempo tenendo conto delle difficoltà e dei problemi politici e religiosi insorti nel frattempo. Molto probabilmente l'edizione definitiva è curata da un redattore diverso dall'autore. Tutto questo, con molta probabilità, avviene nella comunità di Efeso dove Giovanni visse gli ultimi 30 anni della sua vita. Già dal secolo passato molti studiosi hanno affermato che la struttura letteraria del vangelo è stranamente progressiva, come se parte da un racconto dell'apostolo ma subisce rimaneggiamenti fino ad arrivare alla fisionomia attuale. Il testo infatti presenta numerose fratture e incongruenze, cosi' come delle aggiunte ( tra le quali: l'episodio dell'adultera che presentano a Gesù (7,53-8,11 ): che ha lo stile tipico di Luca e spezza maldestramente il filo che collega il testo che lo precede con quello che lo segue) a questo si devono aggiungere alcuni passi simili o ripetizioni es:3,12-21.31-36 e 12,44-50 che sembrano doppioni,come molti altri passi. Il manoscritto più antico contenente un brano del Vangelo secondo Giovanni è il Papiro 52, che è stato datato intorno all'anno 125, e contiene Giovanni 18,31-33 e 18,37-38 , ovvero un brano della Passione del vangelo di Giovanni. Comprendere le motivazioni che hanno indotto l'autore o gli autori del vangelo di Giovanni ed essere cosi' diversi ed originali ed a trattare in modo radicalmente diverso anche il materiale che possibilmente ha avuto in comune coi sinottici è molto difficile, di certo l'impostazione del quarto vangelo ne fa un'opera indipendente e sostanzialmente differente rispetto agli altri tre vangeli.Origene di Alessandria d'Egitto, per esempio si riferirà al quarto vangelo chiamandolo "il fiore dei vangeli". Proprio le sue differenze e non solo stilistiche, rispetto ai primi tre, era anche particolarmente apprezzato negli ambienti gnostici e fu per questo che il primo commentatore del vangelo di Giovanni fu proprio un rappresentante del cristianesimo gnostico, Eracleone. Di sicuro quando fu creato ad Efeso e molto probabilmente dalla comunità giovannea , questa città era uno dei centri culturali più vivaci dell'impero romano, vi transitavano ellenici con i loro culti misterici, gli gnostici, giudei, romani e questo puo' giustificare una certa influenza culturale che il vangelo possa aver subito. Non sorprende, quindi, che alcuni autori abbiano attribuito al quarto vangelo una "ellenizzazione" del cristianesimo, altri una sua "gnosticizzazione", se non, addirittura una cristianizzazione dello gnosticismo. In realtà,pare che, la vera preoccupazione del quarto vangelo sia stata quella di annunciare ma anche di imporre Gesù e la sua incarnazione ad un mondo cosi' tanto culturalmente variegato. con Giovanni si deve far conoscere che Gesù è il Verbo di Dio incarnato, il figlio di Dio che è via, verità e vita, colui che risorse per noi. Ciò ha richiesto la redazione di testi, presentati spesso come discorsi di Gesù, completamente assenti nei vangeli sinottici che pongono l'accento più sull'annuncio del Regno di Dio da parte di Gesù, e non sui problemi teologici associati alla sua persona. Quando nasce il quarto vangelo è in forte polemica con le altre religioni, soprattutto giudaiche e gnostiche e per questo, per farlo aderire a pieno all'appartenenza ebraica applicherà a Cristo una serie di categorie tipicamente giudaiche: Messia, Figlio dell'uomo, Colui del quale ha scritto Mosé, cosi'come userà proprio Tommaso, che hai tempi per il suo vangelo rappresentava il simbolo della comunità gnostica, come simbolo dell'incredulità che comunque conferma la risurrezione del Cristo e che quindi si sottomette alle sue parole. Il quarto vangelo vuole anche essere lo strumento per creare una chiesa più forte ed egemone, infatti sarà per questo che in Gv 20,22/23 Gesù parlerà agli apostoli dicendo: << "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi">> con queste parole, il vangelo di Giovanni darà agli apostoli e, soprattutto, ai loro successori, i vescovi, un potere enorme sulla massa dei fedeli. DMCA.com AVVERTENZA il contenuto di questo blog è proprietà privata i testi non possono essere ripubblicati né usati per alcuno scopo senza il consenso dell'autore Pubblicato da Ezio Salamone a 13:1

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